La potatura della lavanda come per altre piante è qualcosa di fondamentale per permettere a questo vegetale dal colore e forma riconoscibilissimi di poter prosperare e vivere le varie stagioni dell’anno nel modo migliore possibile, in quanto si tratta di una specie che cresce abbastanza facilmente, richiedendo di un po’ di cure in più rispetto ad altre piante da fiore.
Come potare la lavanda? E’ importante anche scoprire quando e quali strumenti sono i più indicati per farlo nel modo giusto, quindi senza impattare negativamente sullo stato di salute, in particolare è qualcosa che va considerato come abitudinario e sempre più decisivo con il passare dell’età, in quanto la consistenza del fusto diventa rigida e la pianta perde progressivamente profumo.
Pianta antica
La lavanda infatti viene apprezzata da secoli grazie soprattutto al profumo che emana dai fiori, e dal colore tipicamente violetto e viola acceso, che danno anche il nome stesso alla pianta: secondo varie fonti infatti deriva dall’azione detergente che veniva applicata agli abiti degli antichi Romani che utilizzavano proprio gli estratti ed i fiori di questa pianta per profumare gli abiti.
La lavanda è una pianta molto particolare, ha un comportamento arbustivo che si adatta a quasi ogni coltivazione ma ha diversi “nemici” ambientali ed ha bisogno di un po’ più di cure della maggior parte delle sue “colleghe” di giardino, balcone e serra. La potatura costituisce qualcosa di importante anche per permettere alla lavanda di continuarea fiorire con successo.
Come potarla?
La lavanda fiorisce tendenzialmente in primavera ed a seconda delle temperature si può considerare la potatura come qualcosa da fare al massimo due volte l’anno, prima o dopo della fioritura stessa, quindi quando la pianta inizia a rallentare la crescita dei propri fiori. La potatura come detto non è solo estetica ma serve a regolarizzare e stimolare la produzione ma non solo:
- Contribuisce a proteggere la struttura vegetale dagli afidi e da altri insetti
- Migliora la produzione dei fiori
- Contribuisce a liberare la pianta da elementi inutili
Questo però va fatto con attrezzi quanto più affilati possibili e possibilmente prima che gli arbusti più produttivi inizino a diventare legnosi e quindi di fatto impossibili da recuperare: meglio iniziare a farlo quando siamo tranquilli e non in pieno sole, iniziando dai rami e steli che ci appaiono in modo più rigido e poco flessibile possibile.
Tutti gli altri andranno cimati quindi potati solo sulla parte superiore, generalmente lungo tutta la lunghezza del ramo che oramai è diventato secco, la potatura deve essere considerato un intervento non troppo drastico ma anche sviluppato in modo da dare un senso di compattezza alla pianta. Dopo la potatura per alcuni giorni è meglio non irrigarla o concimarla.